Emma Dante

Emma Dante
"Ava essere surdu Dio e orbu, p'un trasiri nu me focu granni! Mi senti? Sugnu sulu! Ma sulu pibbieru!"

giovedì 1 dicembre 2011

I CANTIERI CHE VOGLIAMO


ATTO STRAGIUDIZIALE DI DIFFIDA

E MESSA IN MORA A PROVVEDERE

I sottoscritti

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ai fini del presente atto elettivamente domiciliati in Palermo, Via G. Turrisi Colonna n. 9, presso lo studio degli Avv.ti Simona Lo Piccolo (C.F.: LPCSMN75M62G273T casella postale: studiolegalelopiccolo@pec.it; Tel/Fax 091 333454) e Marco Di Bernardo (C.F.: DBRMRC76L03G273T; casella postale: avv.marco.dibernardo@pec.it; Tel/Fax 091 333454)

PREMESSO

- che i Cantieri Culturali alla Zisa sono inseriti all’interno del grande complesso sede storica della ex “Officine Ducrot” già attive come fabbrica di mobili ai tempi dell’Esposizione Nazionale di Palermo del 1891/92 e successivamente dirette dall’ingegnere francese Vittorio Ducrot, che nel 1899 aveva iniziato una collaborazione col massimo esponente del Liberty cittadino ed uno dei più rilevanti a livello europeo, Ernesto Basile;

- che, nel corso degli anni novanta, detta vasta area, esempio pressoché unico di archeologia industriale di Palermo, abbandonata per numerosi anni, era stata acquisita al patrimonio pubblico comunale e restituita alla città, diventando un polo d’attrazione culturale di livello nazionale ed internazionale;

- che oggi, fatte salve le realtà che virtuosamente vi operano all'interno, la grande maggioranza di questa area versa in grave stato di abbandono e/o degrado;

- che i Cantieri Culturali alla Zisa, appartenendo al patrimonio pubblico, storico e culturale della città, costituiscono un bene comune indisponibile ed irrinunciabile che l’Amministrazione Comunale ha il dovere di porre a servizio ed alla fruizione dei cittadini, attraverso un’attività di gestione assolutamente distante dalla mera logica del profitto di impresa che ne svilirebbe la vocazione storico - culturale;

RILEVATO

- che il Comune di Palermo, Settore Risorse Immobiliari - Servizio Fitti Passivi Demanio, ha pubblicato un “Invito a manifestare interesse per la valutazione di progetti di idee per la gestione e la ristrutturazione, dei Padiglioni dei Cantieri Culturali alla Zisa”;

- che l’obiettivo del presente invito sarebbe la mera individuazione, valutazione e selezione di “ipotesi progettuali” relative alla gestione e ristrutturazione di “alcuni” Padiglioni dei Cantieri Culturali alla Zisa, da adibire almeno per il 70% ad “eventi culturali, musicali e ricreativi” e per la percentuale residuale ad attività di supporto;

- che l’Amministrazione Comunale intenderebbe utilizzare l’ipotesi progettuale selezionata come base per la successiva individuazione del contraente affidatario del sito da selezionarsi con le procedure ad evidenza pubblica;

- che l’invito a manifestare interesse è rivolto a categorie di imprenditori con esclusione, senza alcuna valida motivazione, delle Associazioni di ogni tipologia, delle società che non svolgono attività commerciale, dei singoli professionisti e comunque e dei privati cittadini in generale;

- che l’esame delle ipotesi progettuali presentate sarebbe demandata ad una commissione di gara costituita da rappresentanti dell’Amministrazione Comunale senza previsione di un intervento e di un interessamento di spiccate e qualificate personalità di rilievo nel campo dell’Architettura, dell’Ingegneria e della Cultura, capaci di assicurare una valutazione seria e competente delle proposte pervenute;

- che i criteri di valutazione individuati per l’attribuzione del punteggio e la redazione della graduatoria - tra gli altri, il “grado di elaborazione del progetto di ristrutturazione” (con punteggio massimo di 10 punti) e “innovazione, originalità e comunicatività del progetto” (con punteggio massimo di 25 punti) – risultano assai generici e demandati all’arbitrio e alla mera discrezionalità della Commissione di valutazione;

RILEVATO ALTRESI’

- che l’Amministrazione Comunale si è riservata le facoltà di utilizzare l’ipotesi progettuale che abbia ottenuto il più alto punteggio nella graduatoria di merito come base per un futuro bando di gara, ovvero di non selezionare alcuna proposta, a suo insindacabile giudizio, nonché la facoltà di sospendere, modificare e recedere dalle trattative e dalla procedura, senza obbligo di motivazione e senza che ciò possa far sorgere in capo ai soggetti partecipanti diritti ad alcun risarcimento;

- che, in ogni caso, le ipotesi progettuali presentate ai fini di partecipazione all’Avviso verrebbero acquisite agli atti dell’Amministrazione Comunale, senza che ciò comporti per i proponenti alcun tipo di indennizzo e/o risarcimento di sorta;

- che dette previsioni, di fatto, si concretizzano in un invalido, ingiustificato ed illegittimo esonero e/o limitazione di responsabilità da parte della Pubblica Amministrazione, in contrasto con gli obblighi di correttezza e buona fede che la stessa è tenuta ad osservare e di tutela dell’affidamento ingenerato nei terzi, disattendendo, così, le esigenze di ordine e di interesse pubblico che trovano fondamento nei principi sanciti dall’art. 97 della Costituzione, cui deve ispirarsi l’azione amministrativa;

- che i soggetti che intenderebbero partecipare all’avviso, impiegando ingenti risorse intellettuali ed economiche, rischierebbero di vedere vanificato ogni impegno profuso in ragione dell’attività discrezionale e arbitraria dell’Amministrazione Comunale;

- che, in conseguenza dei suesposti profili di illegittimità, l’attuazione del presente Avviso rischia di esporre l’Amministrazione Comunale ad azioni giudiziarie per la tutela degli interessi dei soggetti partecipanti, con tutti i conseguenti gravi danni, soprattutto economici, che ciò potrebbe comportare;

- che, in ultimo, ma non di minore importanza, detto Avviso, così come strutturato, propone un inaccettabile modello di gestione di un bene pubblico di alto rilievo storico e culturale affidato ad un singolo privato, il quale, investendo ingenti risorse economiche per la ristrutturazione del sito, inevitabilmente sostituirà la logica dell’interesse collettivo con quella del profitto per l‘impresa, annientando gli obiettivi di valorizzazione e rilancio culturale che la stessa Pubblica Amministrazione ha dichiarato di porre a fondamento del predetto Invito;

Tutto ciò premesso i sottoscritti cittadini come sopra domiciliati

DIFFIDANO

Il Comune di Palermo, nella persona del Sindaco, Sig. Avv. Diego Cammarata, domiciliato per la carica presso la Casa Comunale in Palermo Piazza Pretoria n. 1, a revocare immediatamente lo “Invito a manifestare interesse per la valutazione di progetti di idee per la gestione e la ristrutturazione, dei Padiglioni dei Cantieri Culturali alla Zisa”; in quanto illegittimo, invalido ed inefficace perché:

- contrario ai principi costituzionali e alle norme che tutelano il patrimonio storico, artistico e culturale della Nazione e che promuovono lo sviluppo della cultura e della ricerca;

- lesivo dell’interesse pubblico dell’intera collettività cui verrebbe sottratta la libera e pubblica fruizione di un bene appartenente al patrimonio indisponibile dello Stato;

- lesivo, inoltre, degli interessi di tutti quei soggetti ingiustificatamente esclusi dalla possibilità di concorrere all‘Invito;

- privo della determinazione di oggettivi criteri di valutazione delle ipotesi progettuali necessari per redigere una valida e regolare graduatoria;

- carente di un serio impegno dell’Amministrazione Comunale all’affidamento degli spazi oggetto dell’Invito, come dimostrano tutti gli esoneri e/o limitazioni di responsabilità previste in favore della Pubblica Amministrazione.

CON L’AVVERTENZA

che in mancanza di immediata revoca del predetto Avviso i sottoscritti cittadini si vedranno costretti ad adire le competenti Autorità Giudiziarie a tutela degli interessi della collettività e dei propri diritti.

Salvis Juribus.

Palermo,

sabato 19 marzo 2011


Vogliamo essere la nuova Chernobyl o Fukushima? Noi no! Teniamo alla nostra vita ed a quella di tutti voi.
Allora ricorda che

ai referendum del 12 giugno per dire "NO" al nucleare devi segnare "SI"

I Rais


40 anni di tirannia, 40 anni di accordi economici con i potenti occidentali, 40 anni di baciamano (reali o virtuali).... ed ora? Cosa è successo? L'oro nero non interessa più, oppure qualche birbante vorrebbe impossessarsi dei pozzi libici?
Non lo sapremo mai, o forse lo apprenderemo tra qualche decennio, sta di fatto che oggi i Cruise, che non sono cugini del bello Tom, volano indisturbati verso Tripoli.

giovedì 25 marzo 2010

venerdì 11 dicembre 2009

La Carmen di Emma

Milano - Con immenso orgoglio, fierezza e riconoscenza nei confronti di Emma, chi scrive può commentare ciò che è stato visto (ed udito) dal vivo alla Prima della Scala.
Spettacolo intenso, toccante, coinvolgente, in una sola parola dantesco. Una traduzione (e non interpretazione, come puntualmente Daniel Barenboim suggerisce) che permette alle parole ed alla musica di prendere forma, di modo che lo spettatore non sia relegato al sordo ascolto, ma possa godere a tutto tondo la meravigliosa Opera di Georges Bizet. Perchè l'opera lirica non è soltanto fatta di musica e parola, ma anche di personaggi che quelle parole cantano, che hanno un'anima ed una storia da raccontare.
Il 7 Dicembre alla Scala, Daniel Baremboim ci ha insegnato che una perfetta esecuzione musicale non può e non deve ignorare la storia personale, gli stati emozionali, i gesti e perfino i respiri di quei protagonisti che la Regista Emma Dante ha immaginato e forgiato: il Maestro li ha ascoltati, accompagnati, aspettati, inseguiti ed infine esaltati, permettendo così agli spettatori di penetrare nel profondo del loro animo.
La Regia di Emma Dante è stata forte, potente, energica, come sempre. Sin dall'inizio ha catapultato lo spettatore in un mondo profondo e reale, cupo e gioioso allo stesso momento. Questa Regia è il risultato di un'attenta, appassionata e scrupolosa lettura dell'Opera, frutto di un lungo e profondo lavoro condiviso col Maestro Barenboim, che ha provato, riuscendoci pienamente, a cogliere quei valori e significati racchiusi tra parole e note di Bizet, che sicuramente non possono essere le nacchere, le rose in bocca o qualche bella e allegra danza andalusa...
Chi storce il naso, quantomeno dovrebbe motivare con argomentazioni ben più serie della semplice evocazione della figura demoniaca, quasi si fosse tornati indietro ai tempi in cui si bruciavano in piazza presunte streghe.
La realtà dei fatti è un'altra.
Questa Carmen è piaciuta a tutti: dal pubblico più attento e specializzato a chi ha seguito l'evento per pura mondanità; dagli spettatori di tutto il mondo a quegli stessi operatori del settore che lavoravano dietro le quinte o che il 7 Dicembre manifestavano in piazza; dai cantanti tutti, coro compreso, ai musicisti.
Chi ha fischiato, buato - ammesso che questo termine esista nella lingua italiana - sbraitato e vomitato sui giornali è in malafede, perché atterrito dall'idea che un diverso (e geniale) modo di pensare e lavorare possa spazzare via lui ed il suo piccolo orticello coltivato con tanta cura.
Ma la storia non ha un padrone.
"... la Storia non si ferma davvero davanti ad un portone,
la Storia entra dentro le nostre stanze e le brucia,
la Storia dà torto o dà ragione,
la Storia siamo noi
siamo noi questo piatto di grano"
rararà rararaaaaà, rararà rararaaaaaà rarararà rararà rarà..."

mercoledì 14 ottobre 2009

In cima alla scala


"Ho sempre pensato che mi avresti uccisa. La prima volta che ti ho visto, avevo appena incontrato un prete sulla porta di casa. E questa notte, uscendo da Cordova, non hai visto niente? Una lepre ha attraversato la strada tra gli zoccoli del tuo cavallo. E' scritto."..." Jose' - rispose - mi chiedi l'impossibile. Non ti amo piu; tu mi ami ancora ed e' per questo che vuoi uccidermi. Potrei ancora dirti qualche menzogna: ma non voglio darmene pena. Tutto e' finito tra noi. Come mio rom, hai diritto di uccidere la tua romi; ma Carmen sara' per sempre libera. Calli e' nata, calli' morira'". (Prosper Merimee; Carmen)

http://www.emmadante.it/progetti.html

venerdì 17 luglio 2009

Il nostro Teatro Stabile Biondo




Invitiamo tutti i cittadini a firmare la presente petizione per chiedere massima trasparenza nella gestione del teatro stabile di Palermo.
PER FIRMARE ANDATE SU QUESTO LINK http://www.firmiamo.it/petizioneperlagestionedelteatrostabiledipalermo


PETIZIONE POPOLARE

Ai sensi dell’art. 50 della Costituzione dello Stato Italiano

Al Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano

Al Presidente del Senato
Renato Schifani

Al Presidente della Camera
Gianfranco Fini

Al Presidente del Consiglio
Silvio Berlusconi

Al Presidente della Regione Siciliana
Raffaele Lombardo

Al Sindaco di Palermo
Diego Cammarata

Al Presidente della Provincia di Palermo
Giovanni Avanti

I sottoscritti cittadini, le cui generalità si riportano in calce al presente atto, tutti domiciliati ai fini della presente, in Palermo presso lo studio degli Avv.ti Simona Lo Piccolo e Marco Di Bernardo, Via F.sco Ferrara n. 32
ESPONGONO QUANTO SEGUE
L’attività teatrale dei Teatri Stabili, per considerarsi tale, oltre ad essere connotata dal prevalente rapporto con il territorio, deve tendere al raggiungimento di particolari e specifiche finalità artistiche, culturali e sociali tra cui preme ricordare, tra l’altro:
- il rinnovo del linguaggio teatrale
- il sostegno alla drammaturgia contemporanea
- la valorizzazione dei nuovi talenti

Il perseguimento di dette finalità è CONDIZIONE ESSENZIALE E NECESSARIA per poter ricevere i contributi statali a sostegno dell’attività teatrali.

Gli obiettivi che lo Stato intende perseguire attraverso il suddetto finanziamento devono, infatti, identificarsi nel:
- favorire la qualità artistica e il costante rinnovamento dell’offerta teatrale italiana, promuovendo l’innovazione della programmazione anche attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie e sostenendo vari linguaggi teatrali, propri di ambiti e culture diverse con particolare attenzione alla contemporaneità;
- promuovere nella produzione teatrale la qualità, l’innovazione, la ricerca, la sperimentazione di nuove tecniche e nuovi stili, favorendo il ricambio generazionale;
- agevolare la committenza di nuove opere e la valorizzazione del repertorio contemporaneo italiano ed europeo.

Tutto ciò premesso, i sottoscritti cittadini firmatari della presente petizione
RILEVANO E RAPPRESENTANO CHE
Il Teatro Stabile della Città di Palermo, il Teatro Biondo, riconosciuto come tale nel 1983, è diretto, dal 1978 ad oggi (con eccezione del periodo dal 1991 al 1998) sempre dalla stessa persona, il Direttore Pietro Carriglio, che, peraltro, ogni anno firma la regia, costumi, scene di uno o più spettacoli prodotti dallo stesso Teatro Stabile e, dunque, finanziati con denaro pubblico. A riprova basta esaminare il cartellone della stagione teatrale 2009/2010.

Soltanto nell’ultimo anno, il Teatro Biondo ha aperto una piccola finestra di dialogo con alcuni artisti legati alla città di Palermo, mentre continua ad ignorare i grandi e giovani talenti emergenti, pluri-premiati e consacrati nello scenario del teatro italiano ed europeo, negando di fatto ogni sostegno alla drammaturgia contemporanea, alla ricerca, all’innovazione, alla sperimentazione, ostacolando il rinnovamento, il ricambio generazionale e la valorizzazione del repertorio contemporaneo.

Una gestione così restrittiva del denaro pubblico sconfessa e contraddice le finalità e gli obiettivi che lo Stato ha inteso promuovere con l’erogazione dei contributi a favore delle attività teatrali.
In ragione di ciò, i cittadini firmatari che non si riconoscono in questo modo di “fare Teatro”
CHIEDONO
che le Autorità in indirizzo eseguano i dovuti accertamenti, per verificare la rispondenza della gestione posta in essere dal Teatro Stabile di Palermo, Teatro Biondo con le finalità e gli obbiettivi che lo Stato si è proposto, come si propone, di perseguire erogando contribuiti a sostegno dell’attività teatrale.