Emma Dante

Emma Dante
"Ava essere surdu Dio e orbu, p'un trasiri nu me focu granni! Mi senti? Sugnu sulu! Ma sulu pibbieru!"

venerdì 11 dicembre 2009

La Carmen di Emma

Milano - Con immenso orgoglio, fierezza e riconoscenza nei confronti di Emma, chi scrive può commentare ciò che è stato visto (ed udito) dal vivo alla Prima della Scala.
Spettacolo intenso, toccante, coinvolgente, in una sola parola dantesco. Una traduzione (e non interpretazione, come puntualmente Daniel Barenboim suggerisce) che permette alle parole ed alla musica di prendere forma, di modo che lo spettatore non sia relegato al sordo ascolto, ma possa godere a tutto tondo la meravigliosa Opera di Georges Bizet. Perchè l'opera lirica non è soltanto fatta di musica e parola, ma anche di personaggi che quelle parole cantano, che hanno un'anima ed una storia da raccontare.
Il 7 Dicembre alla Scala, Daniel Baremboim ci ha insegnato che una perfetta esecuzione musicale non può e non deve ignorare la storia personale, gli stati emozionali, i gesti e perfino i respiri di quei protagonisti che la Regista Emma Dante ha immaginato e forgiato: il Maestro li ha ascoltati, accompagnati, aspettati, inseguiti ed infine esaltati, permettendo così agli spettatori di penetrare nel profondo del loro animo.
La Regia di Emma Dante è stata forte, potente, energica, come sempre. Sin dall'inizio ha catapultato lo spettatore in un mondo profondo e reale, cupo e gioioso allo stesso momento. Questa Regia è il risultato di un'attenta, appassionata e scrupolosa lettura dell'Opera, frutto di un lungo e profondo lavoro condiviso col Maestro Barenboim, che ha provato, riuscendoci pienamente, a cogliere quei valori e significati racchiusi tra parole e note di Bizet, che sicuramente non possono essere le nacchere, le rose in bocca o qualche bella e allegra danza andalusa...
Chi storce il naso, quantomeno dovrebbe motivare con argomentazioni ben più serie della semplice evocazione della figura demoniaca, quasi si fosse tornati indietro ai tempi in cui si bruciavano in piazza presunte streghe.
La realtà dei fatti è un'altra.
Questa Carmen è piaciuta a tutti: dal pubblico più attento e specializzato a chi ha seguito l'evento per pura mondanità; dagli spettatori di tutto il mondo a quegli stessi operatori del settore che lavoravano dietro le quinte o che il 7 Dicembre manifestavano in piazza; dai cantanti tutti, coro compreso, ai musicisti.
Chi ha fischiato, buato - ammesso che questo termine esista nella lingua italiana - sbraitato e vomitato sui giornali è in malafede, perché atterrito dall'idea che un diverso (e geniale) modo di pensare e lavorare possa spazzare via lui ed il suo piccolo orticello coltivato con tanta cura.
Ma la storia non ha un padrone.
"... la Storia non si ferma davvero davanti ad un portone,
la Storia entra dentro le nostre stanze e le brucia,
la Storia dà torto o dà ragione,
la Storia siamo noi
siamo noi questo piatto di grano"
rararà rararaaaaà, rararà rararaaaaaà rarararà rararà rarà..."

mercoledì 14 ottobre 2009

In cima alla scala


"Ho sempre pensato che mi avresti uccisa. La prima volta che ti ho visto, avevo appena incontrato un prete sulla porta di casa. E questa notte, uscendo da Cordova, non hai visto niente? Una lepre ha attraversato la strada tra gli zoccoli del tuo cavallo. E' scritto."..." Jose' - rispose - mi chiedi l'impossibile. Non ti amo piu; tu mi ami ancora ed e' per questo che vuoi uccidermi. Potrei ancora dirti qualche menzogna: ma non voglio darmene pena. Tutto e' finito tra noi. Come mio rom, hai diritto di uccidere la tua romi; ma Carmen sara' per sempre libera. Calli e' nata, calli' morira'". (Prosper Merimee; Carmen)

http://www.emmadante.it/progetti.html

venerdì 17 luglio 2009

Il nostro Teatro Stabile Biondo




Invitiamo tutti i cittadini a firmare la presente petizione per chiedere massima trasparenza nella gestione del teatro stabile di Palermo.
PER FIRMARE ANDATE SU QUESTO LINK http://www.firmiamo.it/petizioneperlagestionedelteatrostabiledipalermo


PETIZIONE POPOLARE

Ai sensi dell’art. 50 della Costituzione dello Stato Italiano

Al Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano

Al Presidente del Senato
Renato Schifani

Al Presidente della Camera
Gianfranco Fini

Al Presidente del Consiglio
Silvio Berlusconi

Al Presidente della Regione Siciliana
Raffaele Lombardo

Al Sindaco di Palermo
Diego Cammarata

Al Presidente della Provincia di Palermo
Giovanni Avanti

I sottoscritti cittadini, le cui generalità si riportano in calce al presente atto, tutti domiciliati ai fini della presente, in Palermo presso lo studio degli Avv.ti Simona Lo Piccolo e Marco Di Bernardo, Via F.sco Ferrara n. 32
ESPONGONO QUANTO SEGUE
L’attività teatrale dei Teatri Stabili, per considerarsi tale, oltre ad essere connotata dal prevalente rapporto con il territorio, deve tendere al raggiungimento di particolari e specifiche finalità artistiche, culturali e sociali tra cui preme ricordare, tra l’altro:
- il rinnovo del linguaggio teatrale
- il sostegno alla drammaturgia contemporanea
- la valorizzazione dei nuovi talenti

Il perseguimento di dette finalità è CONDIZIONE ESSENZIALE E NECESSARIA per poter ricevere i contributi statali a sostegno dell’attività teatrali.

Gli obiettivi che lo Stato intende perseguire attraverso il suddetto finanziamento devono, infatti, identificarsi nel:
- favorire la qualità artistica e il costante rinnovamento dell’offerta teatrale italiana, promuovendo l’innovazione della programmazione anche attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie e sostenendo vari linguaggi teatrali, propri di ambiti e culture diverse con particolare attenzione alla contemporaneità;
- promuovere nella produzione teatrale la qualità, l’innovazione, la ricerca, la sperimentazione di nuove tecniche e nuovi stili, favorendo il ricambio generazionale;
- agevolare la committenza di nuove opere e la valorizzazione del repertorio contemporaneo italiano ed europeo.

Tutto ciò premesso, i sottoscritti cittadini firmatari della presente petizione
RILEVANO E RAPPRESENTANO CHE
Il Teatro Stabile della Città di Palermo, il Teatro Biondo, riconosciuto come tale nel 1983, è diretto, dal 1978 ad oggi (con eccezione del periodo dal 1991 al 1998) sempre dalla stessa persona, il Direttore Pietro Carriglio, che, peraltro, ogni anno firma la regia, costumi, scene di uno o più spettacoli prodotti dallo stesso Teatro Stabile e, dunque, finanziati con denaro pubblico. A riprova basta esaminare il cartellone della stagione teatrale 2009/2010.

Soltanto nell’ultimo anno, il Teatro Biondo ha aperto una piccola finestra di dialogo con alcuni artisti legati alla città di Palermo, mentre continua ad ignorare i grandi e giovani talenti emergenti, pluri-premiati e consacrati nello scenario del teatro italiano ed europeo, negando di fatto ogni sostegno alla drammaturgia contemporanea, alla ricerca, all’innovazione, alla sperimentazione, ostacolando il rinnovamento, il ricambio generazionale e la valorizzazione del repertorio contemporaneo.

Una gestione così restrittiva del denaro pubblico sconfessa e contraddice le finalità e gli obiettivi che lo Stato ha inteso promuovere con l’erogazione dei contributi a favore delle attività teatrali.
In ragione di ciò, i cittadini firmatari che non si riconoscono in questo modo di “fare Teatro”
CHIEDONO
che le Autorità in indirizzo eseguano i dovuti accertamenti, per verificare la rispondenza della gestione posta in essere dal Teatro Stabile di Palermo, Teatro Biondo con le finalità e gli obbiettivi che lo Stato si è proposto, come si propone, di perseguire erogando contribuiti a sostegno dell’attività teatrale.

martedì 14 luglio 2009

lunedì 6 luglio 2009


La genialità va oltre la razionalità e la ragionevolezza di una vita normale.
http://www.youtube.com/watch?v=AtyJbIOZjS8&translated=1

lunedì 29 giugno 2009

Proroga del blocco degli sfratti


Il 26 Giugno 2009 il Consiglio dei Ministri n. 54 ha approvato il decreto legge anti crisi contenente, tra gli altri provvedimenti, la proroga al 31 dicembre 2009 dell'esecuzione degli sfratti per particolari categorie sociali (conduttori residenti in comuni ad alta tensione abitativa ed in comuni con più di 10.000 abitanti).
Il conduttore in regola con i pagamenti può stare tranquillo, almeno ancora per un pò...
http://www.governo.it/Governo/ConsiglioMinistri/testo_int.asp?d=47445

domenica 1 marzo 2009

Il mondo senza tempo di Emma



Non so se siete mai stati al museo Marmottan a Parigi. Posizionato in un luogo lontano dalle luci della ribalta, questo piccolo gioiello - contiene la piu' importante collezione al mondo dei lavori di Claude Monet - e' la porta d'accesso al mondo dell'impressione. E' solo li', in quello spazio di luce e quiete, che, tutto ad un tratto, il colore attorno il visitatore prende forma, rivelando il Pont Japonais con le sue Nynpheas riscaldate da un tiepido Soleil Levant.
Li' quelle pennellate, che all'occhio distratto, schematico e razionale appaiono insignificanti e banali strascichi di un pennello troppo carico, si fondono e si scoprono parte del tutto, dando vita a quel vortice di emozioni e sensazioni che conferiscono ad ogni lavoro la dignita' di opera d'arte.
Questa stessa e' l'esperienza che vive colui che prova ad immergersi nella vita de "le Pulle", il nuovo spettacolo di Emma Dante, che ha debuttato al Teatro Mercadante di Napoli ed ora si accinge a girare per l'Europa.
Come il Pont Japonais si svela solo a chi, libero da ogni pregiudizio, si ferma a "
guardare", le Pulle si confessano a chi e' disposto ad ascoltare, col cuore in mano.
C'e' molta vita sul palco, la vita quella vera, fatta di forti tensioni ed emozioni, ma pure di ripetitivita', di ossessione, di paura e sconcerto. Ci sono i sogni dell'uomo, gli incubi, le nevrosi e le manie. E poi c'e' anche la musica che, dentro e fuori l'uomo, dirige il tempo ed i gesti.
Come per le pennellate delle Nympheas, nel "le Pulle", ogni suono, ogni gesto, ogni colore perde la propria individualita' per fondersi nel tutto e diventare parte indispensabile di questo imponente affresco che, ancora una volta, la nostra Emma dipinge, lasciandoci a bocca aperta, con una sincera commozione interiore.
Scriveva Tennessee Williams nella prefazione a La Rosa Tatuata: "...i testi teatrali nella tradizione tragica ci offrono una visione di certi valori morali in giustapposizione violenta. Poiche' non partecipiamo, se non come spettatori, noi possiamo contemplarli con chiarezza, entro i limiti del nostro equipaggiamento emozionale. Queste persone sul palcoscenico non ci rimandano i nostri sguardi. Noi non abbiamo da rispondere alle loro domande ne' diamo alcun segno di essere in loro compagnia, ne' dobbiamo competere con le loro virtu' ne' resistere alle loro offese. Tutto a un tratto, per questa ragione, siamo in grado di
vederle." (S.L.)

sabato 24 gennaio 2009

Natalia Aspesi racconta Emma Dante.

Qui su l'arida schiena
Del formidabil monte
Sterminator Vesevo,
La qual null'altro allegra arbor né fiore,
Tuoi cespi solitari intorno spargi,
Odorata ginestra,
Contenta dei deserti. (...)
Dove tu siedi, o fior gentile, e quasi
I danni altrui commiserando, al cielo
Di dolcissimo odor mandi un profumo,
Che il deserto consola.(...)
Giacomo Leopardi
"La Ginestra o il fiore del deserto"

martedì 20 gennaio 2009



L'America che ci piace.